Accademia degli Artisti

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David Pratelli

TRE DOMANDE ALL'AUTORE



TRE DOMANDE ALL'AUTORE
A CURA  DEL PRESIDENTE CARMELA RUSSO
E DEL PRESIDENTE DI GIURIA LUIGI ROSSI







Tre Domande a David Pratelli autore di Tenebra

PREMIO MIGLIOR AUTORE HOLMES AWARDS 2016



D: David, Lei nella vita è un imitatore, un artista capace di assumere voci, gestualità, movimenti particolari di altri personaggi più o meno famosi, ma in chiave ironica, l’ironia è un’arma a doppio taglio, ma, come si arriva ad assumere un atteggiamento mentale tale da calarsi nei panni di un assassino e per giunta seriale? Fino a che punto una persona può distaccarsi da se stessa e diventarne tante altre come fa lei nella vita e nella letteratura? Il titolo Tenebra si riferisce all’anima o alla mente di ognuno?

R: Sin da piccolo ho sempre desiderato calarmi nei 'panni' degli altri, mi sono sempre immedesimato nelle situazioni e persone che mi interessano e che mi colpiscono. Da qui l'arte(che custodisco gelosamente) di imitare mi viene talmente naturale che spesso figuro come un personaggio che interpreto anziché la mia vera natura. Ma non ci posso fare niente se paradossalmente la mia vera naturalezza mi esce nello sdoppiarmi continuamente. Tenebra racconta come un uomo, anche apparentemente diverso e normale nella quotidianità possa arrivare a gesti estremi perché accecato dalla rabbia. Purtroppo questo sintomo si nasconde dentro di noi, arriviamo a pensare ad un odio talmente grande contro coloro che ci fanno del male, che ci ostacolano, che ci danneggiano pesantemente arrivando al punto che desidereremmo la loro morte, magari essere proprio noi i vendicatori, come sorta di giustizieri di noi stessi. Non credo che questo tipo di reazione possa nascondersi in tutte le anime altrimenti vivremmo in un cimitero, ma nella mente si, con un raptus di rabbia, una reazione istintiva non controllata potrebbe metterci di fronte ad una problematica di controllo che comporterebbe l'inevitabile omicidio. Chi invece è stratega nei delitti, è un killer nell'anima. Ahi noi purtroppo quest'ultimo difficilmente viene sempre preso dalle forze dell'Ordine.




D: Il protagonista di “Tenebra” ha un segreto che affonda radici fin nell’infanzia. E questo stesso segreto, è in effetti il motivo scatenante di tutto ciò che ha compiuto dopo, quasi come a dire :“Se sono questo, è per questo.” Ecco, in base a questo messaggio che sembra nascosto tra le righe delle ultime pagine del suo romanzo, quanto crede che ci sia di Lucas nei gesti che compie e quanto crede che sia dovuto invece a ciò che gli è accaduto?

R: Qualsiasi serial killer ha un trascorso difficile, a volte pesante, subisce violenze paterne, pressioni e tensioni quotidiane. Se tutto diventa nella regola abitudinaria e non una vicenda periodica, chiunque può diventare pericoloso nel crescere. Ecco perché tanti genitori intelligenti, quando non vanno d'accordo e creano tensione che ricade sui figli, fanno bene a separarsi, e a non creare una guerra fra loro. Ma non sempre è così. Non sto dicendo che i figli di genitori separati siano potenziali serial killer, per carità, ma possono crescere con dei rancori, che se non esorcizzati da qualcuno che gli è vicino, resterà sempre come una profonda macchia che difficilmente svanirà. Lucas non è nato stratega, lo è diventato crescendo, da piccolo quando ha avuto quelle reazioni improvvise lo hanno fatto stare meglio con se stesso, un po' come se provasse godimento in quello che faceva. La sua natura è così, e quando l'ha scoperta non ne ha più potuto farne a meno. Dovevi per forza dirgli di sì, dovevi assecondarlo e cedere alle sue lusinghe, se non lo facevi era finita.


D: Un’altra figura emblematica, oltre a quella del protagonista, è sicuramente quella del Commissario Taddei, che in un certo punto del romanzo entra in scena portando con sé quell’antica sconfitta legata al protagonista. Fin dai primi momenti Taddei sembra legato al serial killer in un modo tutto diverso dall’apparenza, si avverte , si sente un legame tra di due, eppure solo alla fine si riesce a comprendere appieno questo legame. Un legame, appunto, che ha spinto nel corso degli eventi l’ex Commissario a compiere azioni che vanno al di là e anzi annullano quello che è il suo ruolo, quasi a dimostrare che non si può essere totalmente obiettivi con chi amiamo, anche se costui è la faccia stessa del male. In base a questo , quanto crede che proprio questo stesso legame abbia giocato a sfavore del Commissario? Fino a che punto in Taddei c’era la voglia di fermare Lucas?


R: Per chi non ha ancora letto Tenebra non posso svelare certi comportamenti di Taddei, però è un uomo che ho ammirato molto perché è riuscito ad andare fino in fondo. Su certi punti, che non posso dire, si è un po' limitato, ma quando ha potuto è andato incontro al pericolo, alla chiarezza, alla chiusura di un puzzle che si era bruscamente interrotto anni prima.
David Pratelli

Il Presidente Carmela Russo
Il Presidente di Giuria Luigi Rossi



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