Accademia degli Artisti

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Lea Valti

TRE DOMANDE ALL'AUTORE


TRE DOMANDE ALL'AUTORE
A CURA DI LUIGI ROSSI Presidente di giuria
E del Presidente CARMELA RUSSO







TRE DOMANDE A LEA VALTI AUTRICE DI PRELUDE

PREMIO SPECIALE HOLMES AWARDS 2016



D: Lea , il suo romanzo è ambientato  nelle Highlands di fine ottocento, un’ambientazione quindi, suggestiva, quasi surreale, che riempie di magia le pagine da lei scritte,  qual è il motivo che l’ha spinta a scegliere proprio questi luoghi e questo periodo ?  Cosa l’ha ispirata? Quali emozioni le suscita la Scozia e perché?

R:Prelude è ambientato in Scozia, una regione davvero fantastica che amo molto. I suoi scenari, pieni di colori vividi e profumi caratteristici, mi hanno certamente ispirato. Ho cercato di ricrearne le suggestioni nel paesaggio che fa da sfondo al racconto: ho dedicato particolare attenzione nel ricostruire le atmosfere degli ambienti gotici con le torri misteriose, la brughiera, i laghi, come fossero essi stessi personaggi della storia. Desideravo che il lettore riuscisse a visualizzare esattamente le cose e le azioni che vedevo io mentre scrivevo.
Alcuni luoghi nominati nel romanzo sono immaginari, ad esempio la location del castello, ma i nomi geografici non sono di fantasia, esistono nella realtà. Come il grande Glen, un’aspra vallata spazzata dai venti, dove le nuvole basse oscurano il cielo avvolgendo  il paesaggio di mistero. Siamo nelle Highlands, Terre Alte, un’area montuosa spettacolare. E naturalmente non potevo trascurare il tempo meteorologico che contribuisce a connotare l’intera regione e che sembra interagire con gli stati d’animo dei personaggi.
Su questo sfondo imponente si intrecciano le vite e i destini dei due giovani protagonisti, William e Wynter. Siamo ai tempi delle carrozze, dei precettori privati, dei camini e dei balli in famiglia. L’ambientazione ideale per miti e leggende. È l’ambientazione tipica del romanzo romantico ottocentesco, un altro elemento che certamente ha dato forza e ispirazione alla narrazione.


D: William Druce, il giovane protagonista della storia, è un personaggio poetico, pittoresco, che ha in sé quella bontà e quella sorta di coraggio, che sempre si cerca di dare al personaggio principale del proprio romanzo, eppure lei, in una maniera particolare, unica, ha deciso di gettare un’ombra su di lui e quindi, sulla donna che egli ama,  inserendo questa particolarità riguardo la sua natura da vampiro, affrontata però in maniera del tutto diversa da come è stato scritto e letto fino ad oggi, perché ha dato al suo personaggio proprio questa particolarità? E’ stato un modo di giustificare i suoi lati oscuri ?

R: Quando incontriamo William all’inizio del racconto è un bambino di 11 anni, apparentemente calmo, obbediente e ben educato. In realtà nessun bambino è tranquillo fino in fondo, tutt’altro. Come i suoi coetanei sente l’attrazione per la sfida alle regole; sapere che una certa cosa “non si fa” è sufficiente ad innescare il desiderio di provare “perché no”, andando così incontro a conseguenze che saranno significative nell’indirizzare gli avvenimenti successivi. Inoltre, pur amando moltissimo il padre, è un ragazzo piuttosto introverso e tiene per sé le sue angosce, è dotato di una sensibilità particolare, fuori dal comune, che gli permette di entrare in contatto con elementi soprannaturali senza provarne paura. Scopre gradualmente di avere grande facilità nell’apprendere e nel fare qualsiasi cosa ma scambia per semplice talento questa disposizione eccezionale. E da uno spirito così particolare fiorisce lentamente nel racconto l’amore per la bella Wynter. Un amore romantico, non nel senso sdolcinato che si dà oggi a questa parola bensì qualcosa di impraticabile,  passionalità opposta a razionalità, scontro fra realtà ed immaginazione. Sarà la straordinaria potenza di questo sentimento a fare di lui un essere non completamente malvagio dopo l’incontro con chi il male incarna nell’immaginario letterario del vampiro.
Mark Twain diceva che l’uomo è come la luna, ha un lato di sé che non mostra mai a nessuno. Il vampiro rappresenta il lato oscuro dell’umanità, proprio come rappresenta l’elemento ancestrale, atavico, in ognuno di noi. Nei momenti bui della storia dell’umanità spesso è venuto fuori permettendo che il male dilagasse.  Vi capita mai di sentire quell’attimo in cui il lato oscuro sta per prendere il sopravvento? Credo che dobbiamo riconoscere il lato oscuro e irrazionale in ognuno di noi accettarlo e dominarlo. Questo è stato uno dei punti da cui è partita la mia scrittura, voler evidenziare questo aspetto inquietante dell’animo umano, della natura umana e che dà quel consistente tocco introspettivo alla narrazione. L’esperienza di William vuole suggerirci che per vivere serenamente dobbiamo accettare i lati oscuri della nostra personalità, far esistere dentro di noi gli opposti,  vuol dire cercare la luce nel buio, la leggerezza, la bellezza capaci di farci rinascere alla speranza.  

D: Il suo romanzo sul finale, lascia il lettore in sospeso, curioso di scoprire ciò che accadrà in seguito al protagonista, curioso di sapere se per lui in futuro ci sarà o meno un lieto fine, se ritornerà lì dove un giorno è andato via, e nelle ultime righe, lei dà una speranza che ciò sia avvenuto, che William abbia fatto ritorno a casa, intende scriverne un seguito, dunque? Come  immagina la crescita di William nel tempo? Naturalmente  risponda senza compromettere – se ne ha l’intenzione- la stesura del nuovo romanzo.

R: Alcune volte penso che sia stato William a trovare me, non io a creare lui. Un personaggio così complesso, così definito, con una personalità inconfondibile. Ha cominciato col sussurrarmi una frase ben precisa –che si trova nell’incipit- e intorno alla quale è nato tutto il resto.
Ho scritto la seconda parte del romanzo subito dopo aver finito il manoscritto di Prelude. Avevo chiara davanti a me tutta la storia, mi sono fermata dopo averla scritta tutta e solo allora ho trovato il coraggio di cercare un editore almeno per la prima parte. Ero disposta ad accettare un certo numero di rifiuti, come è accaduto spesso a grandi autori anche contemporanei, invece Armando Curcio mi ha contattata dopo i primissimi invii a varie Case Editrici.
Nel seguito di Prelude, che mi auguro verrà pubblicato molto presto, la scrittura fluisce in modo più raffinato e incalzante adattandosi alla narrazione di eventi pieni di azione e di sequenze che non vorrei esagerare nel definire filmiche.
Con questo vorrei rassicurare tutti i lettori e le lettrici di Prelude che  aspettano di conoscere il destino di William, che evidentemente ha catturato anche loro.
Lea Valti

Il Presidente Carmela Russo
Il Presidente di Giuria Luigi Rossi

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