La fiabastrocca

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Filastrocche e fiabe Natale 2012


Pagina Natalizia Fiabe e poesie di Alessandro D'Angelo e Patrizia Andrich




Luci di Natale.

Patrizia Andrich poesie

Guarda laggiù!
Si accendono le luci!
Lo vedi!
Pensano al Natale
ed a tutte le cose
che devono fare
per far festa.
Pensano ai regali,
alle tavole imbandite,
agli alberi addobbati
di mille luci
che si accendono
ed illuminano la notte.
Pensano a festeggiare
ed a te chi pensa?
Povero gesù bambino!
Luci di Natale per festeggiare
il tuo arrivo sulla terra,
ma nessuno pensa
che sei lì al freddo
in una misera mangiatoia!
I signori fan festa!
Luci di Natale...
ma fra mille luci colorate
sei tu Gesù
la luce vera
della nostra vita!


N A T A L E


Oggi è Natale,
gli astri cantano,
le sfere dettano.
I pianeti allegri, quasi giulivi
annunciano la gioia dall'Alto.
---
Si canta la rinascita,
il passaggio dalla "Porta stretta".
Sempre vissuta da tutti gli esseri.
Lodi dall'Alto per la venuta del nuovo Adamo.
Musiche celestiali lodano la nascita dell'uomo.
---
Sugli alberi uccelli cantano l'"Evento",
cantano la nascita per comprendere la vita.
Si comprende il superamento del passato
vissuto anche da chi non sa che è rinato.
Ogni giorno si rinasce a nuova vita.
---
Fra silenzi ed armonie di passeri e merli,
tra lo starnazzare di anatre ed oche,
contemplando le lucenti neve al sole,
fra il fruscio di alberi solitari al vento...
Sole di vita, sole di luce...
Tu apri i cuori, tu dai la vita.
----
Sole che resusciti e dai forza,
sole del secondo Adamo che tutto illumini
Astro dorato:
vitalizza rendi forte e cristallino il mio essere.
Liberami dalle tenebre, Illuminami sempre.
---
Si! Sempre
Tu, sole divino...
Illumina il tuo servo di vita.!
---
Alessandro D'Angelo







                                                                                                                                                                                                                                                           La Befana TRU-LA-LÀ! di Patrizia Andrich

Premessa:

- Bene... bene! Ho scoperto che Babbo Natale è diventato scrittore e io... vista la grande rivalità fra noi, non voglio essere da meno, perché di storie da raccontare ne ho tante anch'io e non hanno nulla da invidiare ai racconti di Babbo Natale! Ad esempio sul mio conto gira un'antica leggenda ( e la leggenda della Befana ) che racconta così: " Si narra che i Re Magi chiesero alla Befana di unirsi a loro per andare ad adorare il bambino Gesù. Essa rifiutò l'invito e loro proseguirono la strada fino a trovare la capanna con il banbin Gesù. La Befana subito dopo si pentì e decise di recarsi anche lei ad adorare il piccolo Gesù. Giunta alla capanna la trovò vuota e, da quel giorno, fu costretta a vagare di casa in casa alla ricerca di Gesù, il bambino Salvatore. Nel suo vagare lei lascia ai piccoli bambini che trova dei doni: " Questo è quanto la leggenda racconta di me, ma lo sapete come veramente sono diventata Befana? Penso di no: lo scoprirete leggendo le mie storie! Saranno più belle le mie o quelle di Babbo Natale? A voi la scelta!
Buona lettura dalla Befana! ''

Ecco come sono diventata Befana.

Voi non ci crederete, ma un tempo ero anch'io una giovane e bella fancilla. Purtroppo fin da ragazza, per vivere, ho dovuto lavorare davvero tanto. Sono andata in servizio da un ricco conte, che viveva in un enorme castello. Non ero la sola a lavorare là perché c'erano altre persone di servizio, solo che io ero l'unica che aveva la mansione di scopare. Dovevo solo scopare e basta, ma non era cosa da poco perché quel castello contava duecentocinquanta stanze e sei scalinate. Ogni giorno bisognava  scopare tutto: mi svegliavo la mattina presto e andavo a letto, la sera tardi, stanca morta! Il tempo passava, io continuavo a lavorare e intanto non mi rendevo conto di invecchiare. Lavora, lavora, lavora... e non avevo nemmeno il tempo di trovarmi un fidanzato per sposarmi, così sono rimasta zitella. Mi vien da ridere quando qualcuno dica che io sono la moglie di Babbo Natale! Entrambi siamo soli e non siamo mai stati sposati e poi... c'è sempre l'antica rivalità da tener conto! Comunque, tornando a me, ad un certo punto mi sono ritrovata in pensione e, una volta a casa, non sapevo  più come occupare il mio tempo. Ero abituata a lavorare tanto e così, un po' alla volta, ho messo in piedi una fabbrica di dolci per i bambini. Ne producevo di tutti i tipi e in grande quantità, non sapevo più cosa farne! Decisi allora di distribuirli gratuitamente ai bambini di tutto il mondo. Dovevo però escogitare un modo veloce per farlo! Non potevo certo andare a piedi, così presi la mia cara vecchia scopa di paglia, andai da un mago perché la rendesse magica ed esaudito il mio desiderio ebbi
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il mezzo per girare il mondo. Fu così che diventai la Befana! Altro che leggenda!!  Fine.

Imparare a volare.

Non avevo mai avuto una scopa volante e pensavo che volare fosse semplice e, invece, non fu proprio così! Stare in equilibrio su un manico di scopa non è facile. Bisogna trovare la posizione corretta e saperla commandare. Io ricordo bene il mio primo volo che... è stata una comica! Avevo un sacco pieno di dolci sulla spalla. Presi la mia scopa magica, la misi in mezzo alle gambe e feci per partire. La scopa schizzò via come un razzo dalle mie mani e io caddi col sedere per terra. Il sacco si aprì e i dolci uscirono fuori. La scopa intanto era volata chissà dove prima di tornare indietro da me. Dovetti raccogliere tutti i dolci usciti dal sacco. Ripresi in mano la mia scopa e prima di fare un'altra pessima partenza tornai dal mago a chiedergli le corrette istruzioni di volo. Il mago vedendomi arrivare intuì l'accaduto e scoppiò a ridere! Aveva volutamente scordato di darmi le istruzioni per il gusto di farmi tornare da lui con la coda tra le gambe. Arrabbiata per questo suo atteggiamento, lo obbligai a darmi lezioni di volo gratuite e così mi insegnò i trucchi per guidare correttamente la mia scopa. Pensavo fosse più facile imparare a comandare un manico di scopa, ma in realtà non fu così. Solo per imparare a memoria alcune parole magiche ci misi più di un'ora. Un'altra ora mi ci volle per imparare a stare in equilibrio sul manico e non vi sto a raccontare quante volte sono caduta prima di capire come funzionasse il sistema. Più di una volta mi sono perfino pentita di quello che stavo facendo. Mi chiedevo cosa mi fosse passato per la testa alla mia età, però adesso che le cose le so fare alla perfezione non me ne rammarico. Mi piace tanto il mio ruolo di Befana! La scopa che una volta odiavo tanto adesso è diventata indispensabile per i miei viaggi intorno il mondo. Come possono cambiare le cose... vero?  Fine.

Il club delle Befane.

Data la mia veneranda età ( non vi dico quanti anni ho, perché in questo supero di gran lunga Babbo Natale ) ho pensato di arruolare un gruppo di arzille vecchiette, disposte a darmi una mano nelle varie feste organizzate per me nei diversi paesi. Non pensavo che il mondo fosse così grande! Ho una scopa veloce ma da sola non riesco a farcela a far tutto ed essere presente nelle manifestazioni che si tengono in mio onore. Quando ero giovane non avevo mai viaggiato per il mondo e quell'enorme castello nel quale ho lavorato era così grande da farmi credere che il mondo intero fosse chiuso tra quelle mura. Invece il mondo è enorme ed ecco che ho avuto l'idea di formare questo club per visitarlo. Naturalmente le vecchiette sono tutte volontarie che si travestono da Befane per solidarietà con me e si esibiscono il giorno dell'Epifania, solo nelle feste di paese a me dedicate. La loro partecipazione è un valido aiuto, altrimenti come farei ad accontentare tutti quei bimbi desiderosi di avermi vicino? Il
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club delle Befane comunque è sempre attivo durante l'anno, perché qua e là raduno le mie volontarie e discutiamo il programma da sviluppare e da portare avanti. I bambini cambiano e le loro richieste sono svariate. Un tempo era facile accontentarli ma ve lo racconterò in un altro episodio. Sono le mie aiutanti che mi tengono aggiornata così io produco ciò che serve su richiesta. Il nostro è un club di simpaticone, che si divertono con poco. Io che sono la Befana " originale " sono anche la presidente di questo gruppo. Fare la Befana, tutto sommato, è divertente e con colleghe simpatiche non ci si annoia di certo! Le nostre riunioni proseguono fino a notte fonda, a volte è per quello, che le povere vecchiette la mattina dormono fino a tardi! Comunque in questo mio ruolo divertente ho imparato una cosa: Befane non si nasce, ma si diventa!  Fine.

I bambini di una volta.

Un tempo essere Befana era meno complicato, di sicuro non avevo bisogno di volontarie nelle feste di paese dedicate a me. I bambini si accontentavano con poco e non erano esigenti come al giorno d'oggi! Mi ricordo che all'inizio della mia carriera le calze venivano appese al caminetto. Erano vere e proprie calze di lana quelle, che non si usavano più: magari bucate perché le avevano usate per lungo tempo. Venivano appese la sera prima, e durante la notte passando attraverso il camino io le andavo a riempire. Volete sapere cosa ci mettevo dentro? Solo cose semplici: qualche mandarino, alcune caramella, dei biscotti e a volte qualche pezzetto di legna per rendere più voluminosa la calza e anche un pizzico di carbone. Ecco... il carbone non mancava mai dentro, eppure i bambini di quel tempo non erano proprio meritevoli di quel " dono " perché poverini non erano così monelli come quelli della attuale generazione. Naturalmente ci rimanevano male, perché non era il carbone dolce che conoscete voi, ma era vero carbone puzzolente, nero, pesante. Poverini! Comunque nel trovare delle caramella era già una festa! Adesso è tutto cambiato! Io devo preparare le calze confezionate... guai a me se ci metto dentro il carbone vero! Perderei l'affetto e la simpatia dei bimbi! Mi considerano una vecchietta simpatica e ci tengo a rimanere tale, per questo ho trovato la soluzione di sostituire il carbone vero con il carbone dolce. È un modo per non perdere l'antica tradizione, ma è anche un modo per punire quei bambini che, durante l'anno, fanno un po' i monelli. Come Befana sono sempre al corrente di tutto e so chi durante l'anno si è comportato bene o male. È per questo che le calze confezionate non sono tutte uguali, non c'è da litigare con il fratello o la sorella se nella vostra calza c'è finito del carbone! Sono io la responsabile di tutto! Ah... se potessi tornare indietro mi piacerebbe ancora vedere le calze di lana appese al camino, come nel tempo passato!  Fine.

Al passo con i tempi.



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Beh... cari bambini voi penserete che, data la mia età, sia rimasta indietro e che non mi sia un tantino evoluta... sbagliato! Anch'io ho voluto stare al passo con i tempi altrimenti mi sarebbero capitati dei problemi! Com'è cambiata la vita! Un tempo, per comunicare con le mie aiutanti, sparse qua e là in tutto il mondo, prendevo in mano carta e penna e scrivevo. Prima ancora della penna, c'era il calamaio e quanti pasticci facevo con l'inchiostro, quando ne cadeva una goccia sul foglio. Dovevo riscrivere tutto da capo! In seguito, è comparsa la penna stilografica e andava già meglio per me la scrittura. La penna biro è stata la più bella invenzione: scrivere era più piacevole che mai. Adesso è cambiato tutto ed io, poco alla volta ho dovuto imparare. La tecnologia ha fatto passi da gigante e si scrive con il computer. È un mezzo che ancora non conosco alla perfezione, ma ho imparato quel tanto che basta per spedire e-mail ed essere così aggiornata in tempi reali. Tutto per far contenti i bambini di tutto il mondo. Ho saputo che Babbo ha pure un sito internet e a chi non lo sapesse passo l'indirizzo: www.santaclaus.com. Oh, oh... ho fatto un po' di pubblicità al mio rivale! La prossima volta che lui verrà a trovarmi per chiedere il mio aiuto, mi dovrà ringraziare per aver reso noto a tutti il suo sito. Io non sono arrivata a quel livello! Ho solo una semplice e-mail, come dicevo prima, e così scrivo a tutte le mie colleghe. Ogni tanto la tecnologia va un po' in tilt e mi verrebbe voglia di tornare alla mia amata penna, ma la posta è lenta per fare le nostre riunioni devo scrivere almeno tre mesi prima per avere in tempo la risposta di partecipazione! Bisogna aver pazienza! I computer sono mezzi di comunicazione particolari e ogni tanto si ammalano anche loro. Prendono certi virus....! Io, per fortuna, ho un ragazzo giovane che mi dà una mano quando il mio computer si ammala. Dico sempre che lui è il " Dottore " del mio computer. Se non ci fosse lui che mette tutto in ordine non saprei davvero cosa fare! Certo che con la carta e la penna era tutto più semplice però... bisogna stare al passo con i tempi! Solo così riesco a far bene il mio lavoror di aggiornata e simpatica  Befana! Fine.

Un rivale distratto.

Miei cari bambini, ho saputo che Babbo Natale ha raccontato di quando ha sbagliato a consegnare il regalo. Voi pensate che abbia sbagliato solo in quell'occasione? È... no! Io ho un rivale alquanto distratto che più volte ricorre al mio appoggio. Per fortuna io sono l'ultima a passare  e posso ancora rimediare! Se assieme alla mia calza trovate il regalo che aspettavate per Natale, sappiate che è stata colpa di Babbo Natale se solo   in quell'occasione vi viene consegnato. Io non so ma secondo me dovrebbe organizzarsi in un altro modo. Io non sbaglio le mie consegne, perché nella mia cesta ci sono solo calze riempite di dolci. Può accadere che per errore consegni troppo carbone a chi non lo merita, però è un equivoco che in fondo mi si può anche perdonare. Il mio rivale, a volte, pasticcia davvero nel suo lavoro. Ormai ho perso il conto di quante volte  è venuto da me mogio mogio a chiedere il mio aiuto! Mi piace vederlo arrivare con la coda fra le gambe in cerca del mio soccorso! Mi diverto un
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sacco a prenderlo in giro dicendo che lui è vecchio e deve cambiare lavoro. Ci rimane  male e brontola ed io invece rido di gusto. Comunque, anche se fra noi c'è una sorta di rivalità, non mi sottraggo, ma gli do volentieri una mano. Il nostro lavoro è uguale e tutti e due abbiamo un solo scopo: far felici i bambini! Questo è l'obiettivo che vogliamo raggiungere ed i bambini sono al di sopra di tutto, anche al di sopra della nostra rivalità. Ecco perché aiuto quel vecchio brontolone! A volte, passando nelle varie riunioni fra colleghe, le nuove associate al mio club, che ancora non mi conoscono bene, bisbigliando fra loro dicono che sono la moglie di Babbo Natale. Data la curiosità, qualcuna  più coraggiosa me lo chiede ad alta voce. Io scoppio in una risata e loro rimangono perplesse e poi dico a tutte: " Ma come...! Non lo sapete che fra me e Babbo Natale esiste da secoli una gran rivalità? " Le nuove colleghe cadono dalle nuvole convinte, chissà perché, che io sia la moglie di quel brontolone. Non vorrei proprio averlo come marito... se proprio mi devo sposare con qualcuno andrei in cerca di un mago e non del mio rivale pasticcione e poi... lo sceglierei pure giovane e non vecchio come lui! Va bè... rivale o non rivale tra Babbo Natale e me c'è una sorta di complicità che ci tiene uniti. Ben vengano anche i suoi pasticci da rimediare, che così almeno, quando mi viene a trovare ho qualcuno con cui parlare! Quando sono a casa e chiudo la porta alle mie spalle ho solo le mura che mi  tengono  compagnia e quando c'è lui casa mia si riempie di vita. Spero che Babbo Natale pastcci ancora così lo vedrò spesso da me!  Fine.

Matrimonio all'orizzonte.

Quante volte ci ho pensato! Sono stata quasi a un passo dal matrimonio e, poi invece, sono rimasta zitella. Il destino ci ha messo lo zampino! È accaduto tutto molto tempo fa. Era la vigilia della mia festa e io mi trovavo in viaggio a far consegne. Non ricordo bene l'anno, ma credo che fosse stato nei primi della mia carriera di Befana. L'incontro con quello che poteva diventare mio marito fu alquanto imbarazzante e mi trovavo in una situazione scomoda. Ero incastrata in un camino. Dovevo consegnare la calza alla bimba che abitava in quella casa, ma non mi ero resa conto, che il camino fosse davvero stretto, così sono rimasta bloccata con le gambe a penzoloni. Avevo la testa e le braccia fuori e provavo in tutti i modi a liberarmi. Niente da fare! Iniziai a chiedere aiuto a squarciagola, fu un caso che di lì passase un mago. Mi aiutò ad uscire da quel pasticcio e insieme a me fece il giro delle consegne. Era un personaggio simpatico e molto alla mano. La nostra amicizia proseguì. Lui prese l'abitudine di venirmi a trovare tutte le sere e fra una chiacchera e l'altra finimmo con il fidanzarci. Non mi sembrava vero! Pensavo che finalmente la mia vita da zitella  fosse finita e la mia casa si riempisse di voci. Invece lui iniziò ad aver paura del matrimonio e così poco alla volta, abbandonò anche la mia casa. Finimmo con il litigio e ad un certo punto sparì. Così... eccomi ancora zitella! E pensare che qualcuno aveva già scritto una fiaba su questa storia! Il lieto finale non ci fu e quel famoso... " vissero felici e contenti " è rimasto solo nella favola. Ogni tanto ancora adesso ci
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penso e rimpiango quel che ho perduto, ma la mia vita da vecchia Befana zitella va avanti e spero sempre in un futuro migliore.  Fine.

Curiosi di vedermi.

Quando arriva la mia festa, i bambini si agitano un po'. Pensano a quello che troveranno nella loro calza e magari sperano anche di potermi vedere. Io non posso " farmi vedere " da loro perché altrimenti la sorpresa non c'è più. Devo lasciare un bricciolo di mistero intorno al mio personaggio ed è così che risulto anche più simpatica. C'è comunque qualcuno di loro che, la sera, finge di dormire e rimane con gli occhi aperti sperando di sentirmi arrivare. Ma il sonno li raggiunge presto e così quando io arrivo ho via libera. Lascio senza problemi la mia calza e, così come sono arrivata, me ne vado via. È bello fare le cose di nascosto! Mi diverto di più quando la faccio franca e lascio i bimbi con la spontanea curiosità. Raramente mi è capitato di essere scoperta da qualche birbone, che non ne voleva sapere di dormire! Allora quando succede mi giro di scatto e faccio un versaccio: loro fuggono spaventati nel proprio letto e, state pur certi, che a loro non verrà più in mente di venirmi a vedere. Naturalmente lascio una calza con più carbone, visto, che mi hanno voluto aspettare svegli per sorprendermi. La curiosità non va sempre premiata e... chi la fà l'aspetti! Io sono fatta così! È l'unico modo che ho per difendermi da chi mi spia e quando mi allontano dalle loro case, voi non ci crederete, ma... mi faccio tante di quelle risate! Mi vien da ridere pensando a come loro scappano veloci e impauriti. Sono una Befana dispettosa vero? Come vedete sono un po' birbona! Voi non lo sapete, ma sotto sotto sono rimasta una bambina e solo ora mi sto divertendo da morire! Quando ero piccola io non ho mai potuto divertirmi, perché la vita a quei tempi era dura. Ora sono vecchia e faccio la Befana e mi voglio divertire anch'io e così... via alle risate! Peccato che la mia festa ricorra solo una volta all'anno! Vorrei divertirmi di più con voi bambini e lasciare sempre, in voi, la curiosità e la voglia di vedermi!             Fine.

Una consegna rumorosa.

Gli imprevisti del mio mestiere di Befana sono sempre dietro l'angolo. È capitato in diverse occasioni di combinarne qualcuna delle mie, non per mia volontà, bensì per qualche distrazione oppure perché... diciamolo pure, sono un pochino tonta! Uno di questi inconvenienti mi è accaduto parecchi anni fa. Stavo scendendo lungo il camino con la mia cesta piena di calze sulle spalle. Fino a metà, tutto andò bene e poi... venne il bello! Per una mia distrazione ho messo male il piede e così ho perso l'equilibrio. Che figuraccia! Sono precipitata lungo il camino e chiedevo aiuto gridando come una matta! Dalla mia cesta uscirono fuori tutte le calze e ad una, ad una andarono a finire nel caminetto, che per fortuna era spento. Non vi dico che fracasso! Ho corso il   rischio di svegliare tutta la famiglia, invece mi andò bene. Pensavo con tutto il

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rumore fatto di trovarla tutta in piedi in attesa di vedere chi potesse aver combinato quel frastuono, ma per fortuna non fu così, perché la casa era vuota. Scendendo lungo il camino mi sono riempita di fulligine dalla testa ai piedi e, cadendo per terra, sporcai il pavimento del salotto. Una volta in piedi cercai di ripulirmi. Naturalmente sporcai ancora di più tutto in giro, ma non avevo certo modo di pulire. Raccolsi in fretta le mie calze e le rimisi nella cesta. Tutta ammaccata per la caduta mi feci coraggio e ripresi a salire lungo il camino. Una volta fuori detti di nuovo una bella sbattuta alla mia gonna, presi la mia scopa e ripresi il mio giro di consegne come niente fosse, però, date le numerose ammacature quella caduta si fece sentire per diversi gioni. Per fortuna che non mi ero rotta le ossa! Povera Befana... che imprese ti tocca fare!                                  Fine.

Il mio vecchio vestito.

Quanta fantasia hanno i bambini! A volte le mie colleghe mi inviano nelle e-mail i disegni che fanno a scuola i bambini. C'è davvero da morire dalle risate! Immaginano spesso il mio aspetto con il naso lungo, vecchia con tante rughe; bè... quelle a dire il vero ci sono purtroppo! In testa, poi, c'è chi mi mette un cappello da strega, con una punta lunga, o chi, mi sistema un fazzoletto. La cesta sulle spalle è qualcosa, che viene sempre disegnata, e non manca mai la mia vecchia scopa per volare. A modo loro riescono a disegnarmi più o meno come in realtà sono, con qualche piccola variante. Una cosa che non sbagliano mai a rappresentare, è il mio vecchio vastito pieno di toppe. Tutti mi disegnano così e la loro fantasia è lodevole! Il mio vestito è davvero pieno di toppe colorate. Ormai non so più quale fosse stato il suo colore originale! Purtroppo è l'unico vestito che ho e ci sono anche molto affezionata. Mi sta a pennello e mi fa un bel figurino! Io sono magra e quell'abito, anche se vecchio e pieno di toppe, fa risaltare la mia benissimo le mie forme. A parte questo è anche comodo quando sono in volo con la mia scopa, è per questo motivo che, ogni volta che si rompe, ci metto una toppa e continuo ad usarlo. Quel vestito, non so nemmeno io, quanti anni abbia e per quanti camini siamo scesi insieme. È davvero perfetto anche per queste insolite passeggiate. Non avrei mai, davvero, il coraggio di buttarlo via! Le scarpe quando sono rotte le posso anche cambiare, ma il vestito, quello no, perché non mi sentirei più a mio agio. La vera Befana, non è una vera Befana se non porta un vestito a toppe e magari vecchio di mille anni o anche più! Parola di Befana! Fine.

Saper scrivere.

La vita per voi bambini è davvero facile, ma ai miei tempi non era così. Pensate... io alla vostra età non sapevo nemmeno scrivere e, anche quando sono andata a lavorare nel castello, per firmare il mio contratto ho dovuto fare una croce. Mi sono vergognata tanto! Comunque mi sono  ripromessa, all'epoca, che avrei fatto di tutto
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per imparare a scrivere e, fortuna volle, che lì vivesse una famiglia di conti con due figli giovani. Loro avevano un maestro personale, che viveva nel castello e che tutti i giorni dava lezioni ai bambini, in biblioteca. Io, la mattina, cercavo sempre di scopare nelle stanze vicine e così sentivo le spiegazioni del maestro. Quando loro terminavano i loro studi lasciavano sempre i libri e quaderni a portata di mano e così passando, io curiosavo e rubavo con l'occhio. La sera cercavo di recuperare i pezzi di carta, che raccoglievo per terra e, poi, mi mettevo a scrivere le lettere e qualche piccola parola. Un giorno presi coraggio e feci vedere all'insegnante i miei progressi. Lui mi guardò stupito, perché pensava che io fossi già in grado di scrivere e, invece, stavo imparando solo in quel momento. Raccontai tutto al maestro e lui mi volle aiutare e così, di nascosto, la sera andavo nella sua stanza a prendere lezioni. Ecco che finalmente ho imparato a scrivere e leggere e grazie a lui, ora posso rispondere a tutti coloro che mi inviano e-mail. Saper scrivere e leggere è davvero importante! Io sono stata fortunata ad incontrare quel maestro! Cari bambini, studiate e imparate a scrivere bene, voi che potete, perché nella vita serve... parola di Befana!           Fine.

Una banda di ladri.

Mi è capitato, in una delle mie consegne, di finire nel bel mezzo di una rapina. Se non sono morta di paura in quell'occasione, di sicuro non muoio più! Come al solito, mi ero calata dal camino per lasciare appese le mie calze. La discesa andò a meraviglia, ma giunta nel salone di quella casa, mi trovai davanti a sette pistole puntate. Era una banda di ladri che stava svaliggiando l'appartamento. Avevo le gambe che mi tremavano dalla paura. Non sapevo più che fare. Uno di loro credo il capo, mi domandò: '' Chi sei tu? '' Io tremante di paura risposi: '' Sono la Befana e sono qui per consegnare due calze! '' Mi guardarono tutti stupiti, smarriti, increduli. Pensavano, forse, che io fossi frutto della fantasia degli adulti. Era la prima volta che mi vedevano. Il capo, tra l'altro, proferì: '' Pensavo che tu fossi un'invenzione, frutto di qualcuno pieno di fantasia! È la prima volta che ti vedo di persona! '' E io che avevo ancora le armi puntate su di me replicai: '' È la prima volta, che mi imbatto in una banda di ladri, che mi puntano la pistola addosso! '' Lui si scusò e io proseguii: '' Io non dirò nulla a nessuno se voi lasciate questa casa senza far danni e mi lasciate appendere le calze al camino! '' Nemmeno il tempo di terminare la frase, che abbandonarono la casa con la coda fra le gambe e le mani vuote. Forse l'avermi vista per la prima volta li disorientò.  Io appesi le mie calze al camino e mi dileguai. Io fui comunque soddisfatta di aver salvato quella casa dai ladri. Venni poi sapere che quei ladri furono catturati qualche giorno dopo perché sorpresi dalla polizia a rubare. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio! Chissà perché? Da quella volta sono passati tanti anni, e di quella banda, ormai, non c'è più traccia. Così, vi ho potuto raccontare questo mio incidente della mia vita passata.                             Fine

Il gatto sul tetto.
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Ah... questa ve la voglio proprio raccontare! In una delle mie consegne mi imbattei con un gatto alquanto curioso, che non voleva lasciarmi entrare nel camino. Stava di guardia sul tetto di casa sua e non voleva permettermi di invadere il suo territorio. Buffo vero! Credetemi... non fu tanto facile convincerlo! Era un giovane gatto dal pelo nero. Voi direte: '' Di notte tutti i gatti sono neri! '' Vi assicuro che però lui era veramente nero di natura, comunque, stava sul tetto ed era intento a segnalare il suo territorio. Io arrivai con la mia scopa e atterai lì e lui fulmineo si presentò davanti a me. Io non mi curai della sua presenza e cercai di andare verso il camino, ma mi si metteva davanti e non mi lasciava passare. Ad ogni passo che tentavo di fare, sia che fosse a destra, sia che fosse a sinistra o in avanti, quella peste mi parava il passo, con la coda dritta e il pelo arruffato, mi soffiava addosso arrabbiato. '' Questa è bella! '' Pensai fra me e mi domandavo cosa avesse e poi, decisi di rivolgermi a lui. Mi sedetti sul colmo del tetto mentre continuava a fissarmi. Io, invece, lo guardai e poi chiesi: '' Che hai? Perché non mi lasci fare il mio lavoro? '' A queste domande mi rispose che quello era il suo territorio e io non dovevo invaderlo. Non voleva, che una strega come me portasse male alla famiglia che lo ospitava. '' Io una strega! '' pensai fra me. Bollivo un po' dalla rabbia, ma cercai di non farlo vedere al gatto e di prenderlo con le buone maniere. Faticai, non poco, per fargli capire che io ero la Befana. È vero che anche le strghe usano la scopa per volare, ma nessuna di loro si permetterebbe di farsi passare per Befana andando in giro con la cesta piena di calze come me. Dovetti spiegare questo al gatto, che però, non era ancora molto convinto. Riuscii a   persuaderlo dicendogli che era la vigilia dell' Epifania, era la mia festa e io avevo diritto di viaggiare solo quella notte. Fu la mia salvezza! Il gatto finalmente ebbe la certezza della mia identità e si scusò con me, strofinandosi addosso alle mie gambe e facendomi le fusa. Finalmente potei fare la consegna e riprendere, il mio viaggio, con un ritardo per colpa di quel gatto nero. Imprevisti del mestiere!                        Fine.

Una lettera.

Mi capita spesso di ricevere qualche e-mail scritta dalle mie colleghe nelle quali raccontano, che i bambini delle loro amiche fanno capricci, per una cosa, o per l'altra. Una volta mi è arrivata una lettera, che narrava di un bimbo, che non voleva saperne di fare i compiti di scuola e chiedevano il mio intervento. Io se posso, non rinnuncio mai a dare una mano e così mi sono messa all'opera. L' unico modo per aiutarli era di scrivere una lettera a mano e così, presi carta e penna ed iniziai a comporre il testo. Siete curiosi di sapere cosa ho scritto? Ora ve lo racconto! Le parole della lettera dicavano così:
'' Ciao, sono la Befana!
Qualcuno mi ha riferito che tu non fai i compiti di scuola e fai disperare mamma e papà. Studiare è importante! Saper leggere e scrivere e contare, ti servirà nella vita. Io posso solo dire, che se fossi al tuo posto, mi impegnerei al massimo per imparare.

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Fare i compiti, poi, è un esercizio utile, perché in questo modo tu ricordi ciò, che ti hanno insegnato a scuola e tutto diventa più facile. Io, che sono la Befana posso dirti di fare del tuo meglio e di impegnarti di più, per il tuo futuro, e poi per far contenti mamma e papà. Questo è solo il mio suggerimento, ma fanne tesoro! Se, però, nel tempo vengo a sapere che tu non ti sei messo a studiare con più passione, stai pur certo, che nella tua calza il carbone non mancherà. Parola di Befana! '' Questo è quella che scrissi. Niente di spesciale, ma forse, l'ultima frase colpì tanto quel bambino, che da quel momento che lesse la mia lettera, non fece più i capricci per fare i compiti. Si impegnò al massimo e divenne il più bravo della classe. Meglio di così non poteva andare! A volte, poche parole scritte da una Befana fanno miracoli costringendo così, chi riceve la lettera a comportarsi bene, perché a nessuno piace trovare carbone nella propria calza. La Befana esiste anche per questo!       Fine.

La Befana Tru-la-là.

Immagino, cari bambini, che vi sarete chiesti come mai a questa raccolta ho dato per titolo: La Befana Tru-la-là. Mi sembra che ora sia giunto il momento di svelarvi il perché. Il titolo mi è venuto in mente pensando ad una canzone, che sentivo cantare in Italia, qualche anno fa. Non so chi abbia scrittto quel testo, ma il cantante che la cantava lo ricordo bene, perché in quegli anni era assai popolare nelle nazione. Si tratta di Gianni Morandi! Se avessi qualche anno in meno e poche rughe sul mio viso, ci avrei fatto un pensierino, perché quel cantante non è niente male... credetemi! Comunque, tornando a noi, le parole di quella canzone sono molto simpatiche. La canzone racconta che: '' la Befana vien notte- con le scarpe tutte rotte- col vestito alla romana- viva viva- la Befana. '' Più o meno chi l'ha scritto ci ha azzeccato! Io arrivo di notte, le mie scarpe, però, non sono rotte, perché altrimenti non potrei scendere dal camino e il mio vestito... beh! Quello non è certo alla romana, ma facciamo finta che lo sia visto che non ricordo più com'era appena comprato! Il ritornello di quella canzone è davvero allegro e mi piace, specie quando dice: '' E cantando tru-la-là  la Befana arriverà. '' ecc. Quelle tre perole: tru-la-là, mi sono rimaste talmente impresse nella mente che ogni tanto le canticchio pure io e, visto che mi piacciono così tanto, ho voluto usarle per dare il titolo alla mia raccolta. Quel tru-la-là mi mette allegria! Ecco... vi ho svelato questo particolare del titolo e immagino, che la vostra curiosità sia stata soddisfatta. Come Befana sono un po' birbona vero? So che mi volete bene per quello che io sono e sono felice di ricevere affetto da voi. Io farò di tutto per portarvi sempre serenità e felicità, anche se nella mia calza troverete qualche pezzo di carbone è solo  per scherzo che lo metto e, mi diverto a farvi questo dispetto! Io sono fatta così! Sono una Befana birbona ma vi voglio bene! Parola di Befana!                      Fine.

Curiosità per curiosità.

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Spesso mi capita di ricevere delle e-mail nelle quali mi si chiede come passo il mio tempo libero. Io sono una Befana tuttofare: la mia giornata inizia presto. Io mi sveglio prima delle sei, faccio colazione e poi mi metto al lavoro. Pulisco la mia casa, perché non ho perso l'abitudine di usare la scopa come si deve, anche se da giovane fino alla pensione la detestavo parecchio. Finito di sistemare la mia casa prendo la mia scopa, e vado a controllare le mie fabbriche di dolci, che con gli anni sono diventate numerose. Se tutto va bene e non ci sono problemi ritorno a casa felice e beata, per lavorare al computer e rispondere alle numerose e-mail che mi arrivano. Naturalmente, mi fermo per mangiare, perché mi devo nutrire anch'io! Se poi, non ci sono riunioni in programma con le mie colleghe rimango ben volentieri a casa, e passo il mio tempo dando libero sfogo ai miei hobby preferiti, come scrivere e ricamare. Utilizzo bene il mio tempo! Scrivere mi piace parecchio e da quando ho imparato non ho mai smesso. È una vera passione come pure il ricamo. Mi diletto spesso a fare lavori con ago e filo. È un'arte anche quella: il ricamo è un po' come la pittura. Pian piano, col tempo ho imparato ad abbinare le varie sfumature di filo colorato, dando vita così a piccoli e grandi capolavori. Il ricamo però richiede la massima precisione. A volte mi accorgo di aver sbagliato e quando capita mi tocca disfare e perdo la pazienza. Sono troppo vecchia per certe cose e non ho più la mano di una volta, ma, la passione per questo hobby rimane comunque. Quando inizio un qualunque lavoro di ricamo cerco sempre di portarlo alla fine. Ecco... penso che ora abbia esaudito ogni vostra curiosità sulla mia vita di Befana zittella! Non sono male come donna vero? Che né pensate? Mi piacerebbe tanto saperlo! Sono curiosa anch'io?         Fine.

Un gufo un po' strano.

Dopo avervi svelato qualche curiosità su di me vi racconto ancora qualche mia avventura. C'è chi pensa che per una Befana tutto sia così tranquillo e non si facciano   incontri particolari. Beh! Io vi posso garantire che invece si fanno e sono davvero  curiosi e strani e leggendo le mie storie ve ne sarete sicuramente fatti un'idea. Uno di questi è quello che ho avuto con un gufo, un po' particolre. Voi bambini mi chiederete sicuramente cosa avesse di strano questo gufo, ebbene... ora ve lo racconto! Immagino che voi sapiate che tutti i gufi di giorno dormono, mentre la notte restano svegli e vanno a caccia. Quello che incontrai io, un po' di tempo fa, faceva l'esatto contrario degli altri. Lui la notte dormiva e di giorno rimaneva sveglio. Mi imbattei con lui di ritorno da una delle mie solitie riunioni. Erano già le dieci di mattina, questo gufo si stava gustando un topo campagnolo, che aveva catturato poco prima. Rimasi intenta ad osservarlo, perché mi sembrava strano vedere un gufo mangiare in pieno giorno. Pensai anche di essermi sbagliata nel riconoscerlo, perché era girato di schiena, ma lui girò il capo verso di me e mi resi conto di non aver visto giusto! Rimasi a guardarlo incuriosita e lui fissò me con altrettanta curiosità. Alla fine fu lui che mi chiese perché lo stavo osservando in quel modo. Io gli risposi che
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era piuttosto strano vedere un gufo sveglio in pieno giorno, mentre tutti gli altri suoi simili dormivano. Lui mi spiegò che rimaneva sveglio di giorno perché il buio della notte lo spaventava. Le tenebre gli incutevano tanta paura, che preferiva dormire per non vedere il buio. Così, di giorno, alla luce del sole, girava e cacciava e si divertiva un mondo. Quando lui mi narrò tutto ciò capii, perché lo vedevo girare in pieno giorno. '' Povero gufo! '' pensai io. '' Chissà quante l'avranno preso in giro per questo e chissà quanto avrà sofferto e quanto si sentirà solo! '' Erano questi i pensieri che affollavano la mia mente mentre continuavo ad ascoltare il mio amico. Nessuno di noi si accorse che stava scendendo il buio. Fra me e il gufo era sorta una grande sintonia e lui, per la prima volta, poteva esporre a qualcuno il suo problema e il disagio per questa sua diversità. Quando si accorse che il buio era sceso, si guardò attorno smarrito. Non ebbe paura della notte, perché c'ero io vicino a lui. Per la prima volta, quella notte, rimase sveglio. Fu l'inizio di una nuova vita per lui: da quel giorno vinse la paura del buio e si comportò per sempre come tutti gli altri gufi del mondo. Io fui felice di averlo aiutato a superare questo suo disagio e me ne tornai a casa tutta raggiante. A volte basta davvero poco per aiutare il prossimo!            Fine.

Un pipistrllo curioso.

Di fatti curiosi me ne sono capitati parecchi e a raccontarverli tutti sarebbe un po' pesante, per me, perché ho una bella età e in tanti anni di vita di storie ne capitano a volontà. Una volta ho incontrato un pipistrello, che incuriosito dal mio passaggio, pensò di scoprire chi ero. Io mi accorsi di lui, dopo un bel po', che mi seguiva e, dato che anch'io sono curiosa, mi fermai per capire cosa voleva e gli chiesi, perché mi stava seguendo. Lui imbarazzato, balbettando, rispose timidamente che non aveva mai visto nessuno volare con la scopa. Voleva sapere chi ero e cosa facevo in giro nel cuore della notte. Mi sembrava di essere sotto l'interrogatorio di un investigatore! Non la finiva di farmi domande e io mi sentivo stanca. Ero di ritorno da una delle mie solite riunioni e non vedevo l'ora di essere a casa. Visto che non riuscivo a liberarmi di lui, l'unica cosa che mi rimaneva da fare, fu di invitarlo a casa mia. Esultante il pipistrello mi seguì, rimanendomi vicino. Mentre volavamo insieme, lui continuò a tempestarmi di domande e mi chiedeva: perché questo! O perché quello! Era un incubo per me! Non potevo non rispondere perché lui mi ripeteva la domanda. Era esageratamente curioso e io mi pentii di averlo invitato a casa. Ad un certo punto, non potendone più, né combinai una delle mie. Mi voltai verso di lui e feci uno dei miei paurosi versacci, quelli che esibisco per spaventare i bambini curiosi che restano svegli la vigilia dell'Epifania, per vedermi. Il pipistrello ci rimase male e si spaventò parecchio e preso dalla paura scappò via. Li per li non badai alla sua reazione, ma poi pensai a ciò che avevo fatto e visto, che lui era scomparso in quel modo mi sentii in colpa. Tornai indietro e lo andai a cercare. Non fu facile trovarlo, ma comunque ci riuscii. Si era nascosto in una grotta e stava appeso a testa in giù piagnucolando. Quando mi vide, offeso com'era, tentò una fuga, ma io lo raggiunsi. Mi scusai con lui
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e per farmi perdonare lo feci salire sulla mia scopa e lo portai nella mia dimora. Gli spiegai che essere curiosi è normale, ma a tutto c'è un limite. Non sempre le persone hanno voglia o sono disposte a rispondere a tutte le domande. Non è sempre piacevole sentirsi chiedere con insistenza le stesse cose... Uno si stanca alla fine! Credetemi... per la prima volta in vita sua il pipistrello si rese conto di aver esagerato. Da quel momento in poi decise di soddisfare la sua sete di curiosità, in modo da non dar nessun fastidio. Le sue domande divennero meno insistenti e per lui fu più facile avere le risposte che desiderava. Aveva capito così la mia lezione! Potrei fare la maestra... vero? Meglio di no! Mi piace di più essere Befana... mi si addice di più come ruolo e mi calza a pennello! Che né pensate voi bambini?                 Fine.

Alla ricerca della mia scopa.

Molto tempo fa, mi accadde un fatto strano... molto strano e ve lo voglio raccontare. Tutto accadde alla fine di dicembre. Avevo lavorato parecchio, in quella settimana per confezionare le mie calze e ormai avevo quasi finito. In quei giorni, non avevo neppure toccato la mia scopa, perché mancava proprio il tempo di muovermi, così lei rimase dove l'avevo riposta. Almeno così pensavo perché quando l'andai a prendere, per andare a fare la spesa, visto che il mio frigo era vuoto, non la trovai più. Cercai in tutta la casa, ma di lei non vidi traccia. Feci le scale almeno tre volte dalla soffitta alla cantina, ma era come se la mia scopa magica fosse sparita nel nulla. Mi chiesi perfino se avessi perso la memoria, tanto da non ricordare più dove l'avessi riposta, ma non era così, io ricordavo bene di averla sistemata al solito posto e con molta cura per non rovinarla. Ma allora... dov'era finita? Beh! Dovete sapere che la mia scopa pensò bene di farsi un viaggetto da sola, visto che in quei giorni l'avevo trascurata. Pensavo a dove potesse essere finita e mentre pensavo, ebbi un lampo di genio, come se qualcuno mi avesse suggerito la strada. Fu così, grazie a questo pensiero, che mi incamminai verso il sentiero che portava alla casa del mago, che molti anni prima aveva reso magica la mia scopa. Mi sembrava di ricordare che la strada che portava da lui non fosse così lunga, perché a suo tempo la percorsi a piedi, ma dimenticai che di anni né erano passati ormai tanti e quella che prima mi sembrava una strada corta, ora la stimavo lunga e faticosa. '' Vecchia Befana! Sei proprio diventata vecchia! '' dissi fra me. Lungo il percorso non trovai traccia della mia scopa, così pian piano giunsi dal mago dove con mia gioia, quando mi fece entrare vidi la mia scopa. '' Sapevo che eri qui... brutta birbona di una scopa! Mi hai fatto impazzire! Ti ho cercata di qua e di là e tu... tu sei venuta dal mago! Però... sono contenta di averti ritrovata, sai! Ora ti riporto a casa con me e ti prometto che non ti trascurerò più, come ho fatto in questi giorni! Non voglio più perderti! '' Il mago mi invitò a pranzo. Io accettai di buon grado l'invito e passai qualche ora in sua compagnia. Chiaccherando, chiaccherando, ci venne alla mente quando, per la prima volta, andai da lui con la mia scopa e successivamente vi tornai per imparare a volare

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e mettere in memoria qualche formula magica che mi permetesse di volare bene. Ne era passato di tempo da allora! È sempre bello però rivedere vecchie conoscenze e raccontare i ricordi vissuti insieme: sembra di fare un salto all'indietro negli anni! A volte sono una Befana nostalgica, ma sempre Befana sono!          Fine.

Quella volata che...

In tanti anni, me ne sono accadute di cose, eppure mai avrei pensato che la festa dell'Epifania potesse essere sopressa. Questo è accaduto in Italia, un po' di anni fa. I politici dell'epoca decisero di eliminare alcune feste dal calendario, perché ritenevano che gli italiani fossero troppo festaioli. Sarà! Ma tra le feste annullate fu inclusa anche la mia, ritenendola una festa quasi innutile. Da che mondo è mondo l'Epifania è sempre stata una festa religioosa importante tanto da essere segnata in rosso nel calendario! In quel periodo, le mie colleghe italiane invasero il mio computer di e-mail: protestavano tutte per questa cancellazione, anche perché, loro si divertivano un mondo quando vestivano i panni di vecchie befane. I bambini poi erano tutti tristi, per questo fatto e così non rimase che prendere in mano la situazione e sistemare le cose, il più presto possibile. Organizzai con le mie colleghe una manifestazione di protesta, nella città di Roma. Io ero a capo di tutta la banda e le altre mi seguivano a ruota. Questa manifestazione non basrtò a smuovere le acque, allora le mie aiutanti in segno di solidarietà pensarono di organizzare uno sciopero. Nessuna di loro avrebbe svolto i lavori di casa lasciando tutto in un gran disordine. I mariti iniziarono a protestare con le mogli, per questo disagio e anche loro stufi di questa situazione decisero di unirsi alle mie colleghe. Andarono nuovamente a protestare a Roma, davanti al palazzo della Camera. Scoppiò una grade confusione generale e io ero ben felice di avere vicino a me tanta gente, che mi sosteneva. Ci volle però un bel po' di tempo, alla fine vincemmo noi e il governo dovette riammettere nel calendario il sei gennaio, come giorno di festa. Quando fu ristabilita ci furono grandi festeggiamenti in mio onore. Quella volta... andò proprio così!              Fine.

Epilogo.

Storia dopo storia , siamo ormai giunti all'epilogo. Anch'io ho avuto le mie belle avventure! Spesso mi sono lamentata dicendo che Babbo Natale è vecchio e distratto, però, leggendo le mie storie mi sono resa conto che non sono meno di lui. Siamo vecchi tutti e due e combiniamo anche pasticci, ma lo facciamo sempre con l'obiettivo di rendere felici voi bambini. Questo è ciò che voglio io ed è ciò che desidera Babbo Natale. Io in questo gli assomiglio, ma... resto sempre una gran Befana vero? Grazie a tutti coloro che leggeranno le mie storie. Con affetto la vostra Befana!


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